ARTE TECNOLOGICA

POMPA IDROSONICA

 

 

Pompa Idrosonica
(Hydrosonic Pump™)
di XmX
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rif. 170502-070702

 

 


Voglio esporre un altra di quelle "strane" invenzioni, ben note all'estero ma sconosciute in Italia, scelta fra quelle sicuramente funzionanti e non fraudolente. Si tratta della "Pompa Idrosonica", uno strano metodo per riscaldare i liquidi, che presenta risvolti molto interessanti. Pronti?

La "Pompa Idrosonica" è stata concepita dal suo inventore, James Griggs sin dal 1987, ed e' stata brevettata nel 1993 dalla Hydro Dynamics Inc. (brevetto US 5,188,090 del 23/2/1993 e altri 3 successivi), ed è commercializzata col nome di "Hydrosonic Pump™".

 

La Pompa Idrosonica nei suoi componenti - © XmX

Come ho illustrato nel disegno qui sopra, la "Pompa Idrosonica" consiste in un rotore metallico traforato solidale con un asse, e il tutto può ruotare entro un cilindro (statore) con una superficie interna corrugata, con le due estremità chiuse da dischi metallici. I due elementi (rotore e statore) sono molto vicini fra loro, e l'asse viene fatto ruotare molto velocemente da un motore elettrico. Nelle piastre terminali dello statore vi sono anche due tubi con la funzione di immettere acqua fredda e captare vapore in uscita. Quando la macchina è in funzione, viene immessa acqua a temperatura ambiente, e si produce acqua calda e/o vapore, secondo l'uso richiesto, per l'azione della energia meccanica del motore elettrico. Ecco qui sotto come il motore elettrico fa girare la pompa, e i tubi di ingresso e uscita.

 

Disegno della Pompa Idrosonica collegata al motore elettrico - (disegno tratto dal sito della Hydro Dynamics Inc., vedere links)

Qui ce ne occupiamo, però, perché la "Pompa Idrosonica" ha la caratteristica di essere una "over-unity", cioè un dispositivo capace di produrre energia all'uscita in misura maggiore di quella fornita in entrata. In particolare, l'energia del vapore prodotto è maggiore del 30% rispetto alla potenza fornita al motore.

Ok, a questo punto metà dei lettori avrà abbandonato la lettura, perché pensa subito ad impossiblità come il moto perpetuo o simili... Per i restanti, disposti a capire cose nuove senza lasciarsi sviare dai pregiudizi, sgombriamo subito il campo dal solito equivoco ormai radicato:
 

in una "over-unity" non si crea energia dal nulla
(come erroneamente ritenuto dagli scettici)
ma la si attinge da una fonte ancora ignota.

Per semplificare, facciamo prima un banalissimo esempio di una NON-over-unity...Se con un fiammifero accendiamo del carburante, abbiamo uno sviluppo di energia potenzialmente smisurato rispetto all'energia iniziale (il fiammifero), ma non diremmo mai di aver "creato" energia: semplicemente, un adatto dispositivo (il fiammifero) ha creato le condizioni per liberare l'energia chimica del carburante. Invece in una "over-unity" il dispositivo è in grado di "spillare" energia da un campo energetico che ignoriamo, ma nel quale siamo immersi. Chiaro, no? Proseguiamo...

Nel caso della "Pompa Idrosonica" avverrebbe una liberazione di energia potenziale da un "carburante" che - possiamo ipotizzare, e ne vedremo poi i dettagli - si trova naturalmente nell'acqua.

Ma ancora un attimo di pazienza, vediamo prima un pò a cosa serve normalmente la "Pompa Idrosonica", e perché ha avuto un buon successo commerciale... già, proprio così, il giocattolo è molto venduto...

La Hydro Dynamics Inc. è una società creata da James Griggs, per la commercializzazione della sua "Pompa Idrosonica". In un paio di anni questa è stata ampiamente installata in impianti industriali e civili, perché offre evidenti vantaggi rispetto agli altri metodi di riscaldamento di fluidi.
Il suo altissimo valore tecnologico non sta infatti - per ora - nella sua anomala

una Pompa Idrosonica prodotta dalla Hydro Dynamcs Inc. - immagine tratta dal sito della societàuna delle Pompe Idrosoniche prodotte
dalla Hydro Dynamcs Inc. 
(immagine tratta dal sito della società)

produzione di calore, ma nel fatto di essere un dispositivo riscaldante totalmente immune da depositi e concrezioni, e questo per qualsiasi liquido e processo.

Il problema dei depositi affligge tutti i sistemi scambiatori di calore, perché una superficie più calda al contatto con il liquido più freddo provoca inevitabilmente il precipitare dei carbonati o di altre sostanze che sono in soluzione o in sospensione. Nella pompa idrosonica, invece, il calore si produce entro il liquido stesso, e così il dispositivo è sempre più freddo del liquido, in ogni suo punto. L'assenza di concrezioni e depositi, dunque, può abbattere in misura notevolissima i costi di manutenzione, e questa caratteristica in un impianto industriale, specialmente se a ciclo continuo, può assumere una importanza anche determinante. A ciò va aggiunto il vantaggio per la sicurezza, importante in molti ambienti, di non avere fiamme libere o reostati per il riscaldamento.

Ad oggi, molte industrie e edifici, anche pubblici, se ne sono dotate. Da documentazione risalente al novembre 1999, mi risulta che inizialmente siano state installate Pompe Idrosoniche nel Dipartimento di Polizia di Atlanta, in una stazione di Vigili del Fuoco, in un impianto per la pulitura a secco, e in una scuola pubblica. E' interessante notare come la Pompa Idrosonica sia stata installata in edifici pubblici proprio dagli ingegneri della contea, dopo una loro loro valutazione. Gli edifici usano l'impianto per il riscaldamento, e dopo il primo anno il risparmio energetico è stato stimato attorno al 30%.

Una cosa curiosa può essere che la pubblicità della Hydro Dinamics Inc. destinata alle aziende, diversamente da quella ai privati, si guarda bene dal sostenere che si tratta di una cosiddetta "over-unity", limitandosi (si fa per dire) a garantire una efficienza del 100% nella trasformazione di energia da meccanica a termica (già, perché molti tecnici boccerebbero in partenza una "over-unity"...).

Griggs ha scoperto il riscaldamento anomalo quando lavorava come ingegnere in una industria, diversi anni fa, cercando la causa di un calore inspiegabile in una turbina. Da allora ha sviluppato la sua idea e l'ha brevettata, sino a creare la sua Hydro Dynamics Inc. per metterla sul mercato. La messa a punto finale del dispositivo è stata raggiunta grazie all'aiuto decisivo dei tecnici della NASA (per una collaborazione frequente negli USA, tramite un tipo di accordo detto "Technology Transfer Agreement") i quali hanno risolto alcuni inconvenienti dei cuscinetti a sfere dell'asse, dovuti alle vibrazioni indotte (vedasi il sito della NASA, fra i links).

Ed eccoci giunti alla fatidica domanda: se tutto questo è vero - e pare proprio che lo sia - da dove viene l'eccesso di energia?

A tutt'oggi non c'è consenso degli scienziati su come il fenomeno avvenga, ma il fatto in sé è ormai quasi unanimemente accettato, in attesa delle spiegazioni che infatti iniziano ad arrivare.
(Naturalmente da questa valutazione abbiamo scartato gli scettici di principio, i quali insistono con l'argomento dell'impossibilità dell'energia dal nulla, e non vanno oltre...).

E dunque, come del resto ha sempre sostenuto il suo inventore, pare che nella Pompa Idrosonica il calore venga prodotto in due modi molto diversi, contemporaneamente.

La quota maggiore di calore è naturalmente ottenuta in modo convenzionale, per agitazione meccanica molecolare (per le frizioni derivanti dallo scorrimento forzato di un fluido viscoso, e dall'impatto diretto delle onde d'urto che si producono nel cilindro).

La quota di calore in eccesso parrebbe invece prodursi per lo stesso fenomeno che oggi viene indagato dai fisici di tutto il mondo: sto parlando della sonoluminescenza.
Per chi non lo sapesse, la sonoluminescenza è un fenomeno di recente scoperta ma ormai accertato per cui, investendo con ultrasuoni dell'acetone deuterato, in esso si formano microbolle che collassano a ben 20,000,000 di gradi Kelvin, emettendo un flash chiaramente visibile. Nella semplice acqua la stessa reazione si produce a temperature mille volte inferiori. Stranezza dei nostri giorni? Macché. Per quanto possa sembrare incredibile, persino una specie di gamberetto riesce a produrre in natura lo stesso fenomeno: schioccando le sue chele genera bolle luminose a 20,000°...
(vedasi Focus nº 49 e nº 115)

Nella Pompa Idrosonica la altissima turbolenza indotta dalla particolare agitazione meccanica produce allo stesso tempo cavitazione e microbolle di gas. Le bolle sono investite delle potenti onde d'urto che si generano quando le cavità del rotore scorrono rasente le rigature dello statore, e quindi collassano liberando moltissima energia. E' ragionevolmente ipotizzabile che una piccolissima percentuale di atomi - corrispondente probabilmente a quella del Deuterio naturalmente presente nell'acqua - finisca così per implodere, liberando calore.

A proposito, il Deuterio è l'isotopo naturale dell'Idrogeno: un atomodi Idrogeno ogni 5,000 è Deuterio (lo 0,02% di tutto l'Idrogeno).   Già, lo 0,02%... ...se l'ipotesi qui fatta fosse corretta, mi chiedo cosa accadrebbe arricchendo l'acqua nella Pompa Idrosonica con un pò di acqua pesante, o deuteruro di litio, o simili...   Qualcuno ha provato?   E se no, che aspetta?

I "Los Alamos National Laboratory" negli USA hanno ampiamente testato la Pompa Idrosonica, e hanno verificato l'anomalia dell'eccesso di calore prodotto nell'acqua rispetto alla potenza meccanica immessa. Tale eccesso, che è apparso variabile in funzione della velocità del rotore, è stato stimato essere fra il 20 e il 30 % in più per i regimi normalmente raggiungibili, e fino al 60% alle alte velocità.

La produzione di calore, tuttavia, non è semplicemente una funzione diretta dell'energia meccanica immessa. La pompa viene avviata, e dopo qualche minuto raggiunge il suo regime nel quale l'acqua a temperatura ambiente inizia ad essere convertita in vapore. Una volta che questo stadio sia stato raggiunto, la macchina entra in regime di cosiddetta "over-unity" (ossia di produzione di energia in eccesso rispetto a quella immessa) e la temperatura dell'acqua si mantiene costante, mentre cala del 30% l'energia meccanica richiesta.

Il Prof. Keizios, decano presso il "Department of Mechanical Engineering at Georgia Institute of Technology", e ex presidente della "American Society of Mechanical Engineers" ha condotto una supervisione dei metodi di misurazione di Griggs, trovandoli corretti. In due test consecutivi, Keizios ha certificato che la macchina ha raggiunto addirittura efficienze del 168% e del 157%.

Bene, mi pare di aver detto abbastanza per indurre il sospetto, in più di qualcuno, che possa essere tutto vero. 
Chi volesse approfondire segua i links (purtroppo tutti in inglese) o magari inserisca la stringa "Hydrosonic Pump" con tutte le virgolette in un buon motore di ricerca (suggerisco Google perché ha la cache per le pagine eventualmente rimosse, e una discreta traduzione automatica). 
Buona lettura.

XmX                    

P.S.: sono assai gradite segnalazioni di pagine simili in italiano.

Hydrosonic™ Pump è un marchio della Hydro Dynamics, Inc.

 


per saperne di più

 

su internet:

  • Hydrosonic Pump della Hydro Dynamics Inc., uno dei siti della società
  • Brevetto nº US 5188090 e seguenti Il primo dei brevetti sulla Pompa Idrodinamica
  • A Shocking New Pump una delle pagine sulla Pompa Idrosonica, sul sito della NASA (due interessanti foto). In questo particolare sito - la NASA ha diverse locazioni internet - sono riportate le collaborazioni tecnico/commerciali per evidenziare al massimo al pubblico (cioè ai contribuenti) l'immagine e l'utilità dell'ente NASA, e non c'è quindi posto per argomenti ancora piuttosto controversi, come l'eccesso di energia nella HPump. Il sito viene qui citato solo a riprova della serietà del progetto della HPump, ma per le discussioni e le teorie sulla realtà dell'eccesso di calore occorre rivolgersi altrove.
  • Development of a cavitation pump per chi avesse ancora dubbi sul fatto che in Italia siamo arretrati, ecco una delle pagine web di un Dipartimento scolastico Inglese di Ingegneria Meccanica, che propone agli studenti di costruire una pompa a cavitazione, come esercitazione per l'anno scolastico 1999/2000!
  • Evidence for Nuclear Reactions in Imploding Bubbles in Science Magazine dell'8 Marzo 2002 - breve esposizione del fenomeno della "sonoluminescenza" (download, 83 Kb, formato PDF)

 

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